Quando si parla del ciclo di Solomon Kane si intendono tutte le opere che lo scrittore Robert E. Howard, maestro dell’eroic fantasy, ha scritto attorno al personaggio di Solomon Kane. La nascita del suddetto nella mente del padre di personaggi come Conan e Kull di Valusia risale all’adolescenza dell’autore, per la precisione al periodo in cui frequentava l’High School.
Non si hanno elementi precisi per poter ordinare cronologicamente le storie di Solomon Kane che, secondo quanto affermato dal suo stesso creatore, nasce ispirandosi a figure come gli spadaccini freddi e sempre pronti al rischio che vivevano nel XVI secolo. Una differenza molto importante rispetto ad altri personaggi di Howard come Conan e Kull di Valusia riguarda il fatto che Solomon nelle storie vive e agisce in pieno XVI secolo, mentre i primi due eroi, poi rielaborati da altri autori letterari e cinematografici, vivono in tempi remoti e preistorici.
Puritano convinto e rigido cattolico – Solomon è dell’idea fermissima che le sue azioni siano guidate da Dio nonostante la loro efferatezza – l’eroe di queste storie di Howard vive le sue avventure passando dall’Europa, all’America, all’Africa. Solomon Kane nel corso delle sue avventure gira il mondo con un obiettivo su tutti, ossia quello di affrontare ciò che a suo dire rappresenta una manifestazione del diavolo.
Si passa dai mercanti di schiavi, ai pirati, ai briganti, m anche a creature che non hanno davvero nulla di umano, ossia fantasmi e streghe. Alto e magro, Solomon Kane è sempre vestito di nero. Il ciclo di racconti che lo vedono protagonista, secondo quanto previsto dall’autore, si compone delle seguenti opere:
La fortuna del personaggio di Solomon Kane è stata intercettata anche dal mondo dei fumetti. A ricordarcelo c’è un vero e proprio lavoro della Marvel. Nel 2010 il personaggio di nero vestito creato dal papà di Kull di Valusia e Conan il Barbaro è invece sbarcato al cinema con una pellicola a budget sostanzialmente ridotto, che ha visto alla regia e alla scrittura della sceneggiatura Michael J. Bassett. Una caratteristica importante di questo lavoro è la fedeltà filologica ai lavori di Howard.