Il racconto dell’ancella è un romanzo di Margaret Atwood, uscito all’inizio del mese di giugno per i tipi di Ponte alle Grazie. Lo scenario che si delinea è un mondo devastato dalle radiazioni atomiche, con gli USA che sono diventati uno Stato totalitario, basato sul controllo del corpo femminile.
Difred, una donna che appartiene a un uomo di nome Fred, vive nella neonata repubblica di Galaad e ha un unico compito: garantire una discendenza all’élite dominante. Il regime monoteocratico, infatti, è fondato sullo sfruttamento delle cossiddette ancelle. Si tratta delle uniche donne che, dopo una catastrofe, sono in grado di procreare.
Anche uno Stato così repressivo, però, non è in grado di schiacciare i desideri delle persone. Da questo dipende infatti la ribellione. In questo libro, il mito e la metafora si fondono per dare una sferzata notevole ai regimi totalitari. Le pagine di questo romanzo, che merita di essere letto da chiunque voglia avere un occhio critico sulla società, colpiscono anche il puritaneismo nella sua forma più violenta, caratterizzata da un intreccio perverso tra sessualità e politica.
Il racconto dell’ancella è un libro da leggere per capire meglio dove siamo e, soprattutto, dove rischiamo di andare nascondendo la nostra vera natura sotto tabù istituzionali che ci distruggono nel profondo e mettono in secondo piano la nostra natura umana. A rendere tutto questo ancora piacevole è lo stile dell’autrice, minuzioso e caratterizzato dalla presenza di forti flashback.
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