I centomila regni di Nora K. Jemisin (edito da Gargoyle Books) ha rappresentato una delle due occasioni che gli appassionati di fantasy hanno avuto per conoscere un’autrice americana davvero interessante, che in un unico mese è arrivata in libreria con ben due uscite da due case editrici diverse.
I centomila regni è un ottimo esempio di come l’epic novel abbia ancora molto da dire nonostante le considerazioni relative a una saturazione del mercato: si tratta di un genere decisamente ricco di spunti interessanti, soprattutto quando la penna è tenuta in mano da un’autrice che come la Jemisin ha una passione molto forte per il fantasy.
In questo specifico caso si può apprezzare la contaminazione tra i due generi attraverso due elementi in particolare: le linee precise degli ambienti e il tema del viaggio dell’eroe, in questo specifico caso dell’eroina. L’eroina de I centomila regni di Nora K. Jemisin è Yeine, una giovane che si trova suo malgrado inserita in un sistema di intrighi di palazzo, legati soprattutto alla successione della sua defunta madre, ex detentrice del trono dei Centomila Regni.
Yeine è però un’esiliata, che deve fare i conti con meccanismi più grandi di lei e toccare con mano sia la fragilità dei rapporti umani e della fiducia, sia alcuni degli intrighi che hanno caratterizzato il passato della sua famiglia, legandosi anche alla morte di sua madre. Nel corso della vicenda Yeine cresce e il viaggio dell’eroe si compie in maniera perfetta, attraverso la progressiva scoperta dei fatti di sangue che la circondano e della complessità di un mondo caratterizzato da una varietà di personaggi molto ben delineati, e descritto con l’efficacissimo espediente della prima persona.
I centomila regni ha un impianto molto classico e una trama che può non sembrare originalissima ma è reso particolare dall’immediatezza della scrittura e dalla capacità di descrivere la varietà dei sentimenti umani in maniera assolutamente non superficiale.