‘Il Grande Dio Pan‘, il capolavoro di Arthur Machen, che quando uscì fece scandalo per i forti contenuti occulti e sessuali, ritorna finalmente in Italia a quasi 70 anni dalla morte dell’autore (1863-1947). Ed è un ritorno trionfale : una nuova edizione e traduzione (Tre Editori, 260 pag. Euro 19,00) per la prima volta annotata, illustrata e con un’ampia parte antologica, insieme a saggi e approfondimenti che gettano nuova luce sulla misteriosa divinità della selva e sull’ispirazione e i significati del romanzo che ha ispirato un’intera generazione di scrittori del soprannaturale, da H.P. Lovecraft a Stephen King. Secondo King ‘Il Grande Dio Pan’ è probabilmente “la migliore storia horror in lingua inglese”.
La trama, senza voler togliere il gusto e lo scopo al lettore, si impernia su un esperimento medico-scientifico che apre la porta dell’inconscio su una natura sconosciuta, pagana e selvaggia, dominata dal Dio Pan, metà uomo e metà capra, che semina un terrore osceno e arcano nella Londra di Jack lo Squartatore. Un’opera cult ai confini tra sogno e morte, ragione e inconscio, che svela un mondo mitico apparentemente dimenticato, in attesa di un mostruoso risveglio. “Pan é tornato” assicura Machen, smentendo Plutarco che ne aveva annunciato la morte sotto il regno dell’imperatore Tiberio, all’alba del cristianesimo.
Arthur Machen (1863-1947) è uno dei più importanti autori dell’orrore e del mistero. Oltre alla sua opera più famosa, ‘Il Grande Dio Pan’, lo scrittore gallese ci ha lasciato capolavori quali ‘Le colline dei sogni’, ‘I tre impostori’, ‘Il popolo bianco’. Il racconto ‘Gli Arcieri’, sugli angeli che avrebbero aiutato le truppe inglesi all’inizio della prima guerra mondiale, è diventato una leggenda. Per Machen la realtà in cui vivamo è solo illusione, pallido riflesso di un universo sconosciuto e occulto, mistico e pagano di cui evoca il meraviglioso spavento in attesa dietro la soglia. E’ considerato il maestro di H.P. Lovecraft cui ispirò il famoso ciclo dei Miti di Cthulhu.