La cacciatrice di fate di Elizabeth May (edito da Sperling e Kupfer) è un romanzo la cui vicenda principale si snoda nella grigia Edimburgo. La capitale scozzese è lo scenario perfetto per una storia che si muove tra salotti nobiliari e vicende di sangue, dove una bellissima donna finge di essere ciò che non è. Di chi stiamo parlando? Della protagonista Lady Aileana, che di giorno rappresenta perfettamente il prototipo di nobildonna fedele ai canoni del mondo dell’alta società e di notte diventa una spietata cacciatrice di fate.
In questo romanzo le fate non sono affatto le creature angeliche che siamo stati abituati a conoscere dalle vicende più canoniche: in questo romanzo le fate sono degli esseri terribili e assetati di sangue, che hanno ucciso la madre di Lady Aileana, che ha così deciso di vendicarsi.
Ma come può una giovane nobile che di giorno si muove tra salotti e the diventare una guerriera spietata? Dietro alla doppia vita di Aileana c’è infatti l’influenza del suo affascinante maestro Kiaran, che l’ha addestrata al combattimento e l’ha introdotta a quello che sarà il suo destino: combattere per la salvezza dell’umanità il giorno in cui le fate si risveglieranno.
Con questo romanzo Elizabeth May si conferma una delle voci più interessanti della narrativa fantasy britannica e lo fa con un lavoro assolutamente particolare. La storia è infatti inizialmente non facile da approcciare, ma dopo poche decine di pagine il lettore viene introdotto in un mondo dove la tensione narrativa è molto alta e lo rimane fino al finale a sorpresa.
A impreziosire il quadro ci sono dettagli davvero unici e particolari, che descrivono la popolazione di un mondo fantastico capace di vivere in perfetta armonia con gli esseri umani. Aileana è una figura di donna forte e coraggiosa, che si muove come personaggio principale in un universo di contrasti forti e storicamente ben collocati.