Fa sempre piacere segnalare un autore italiano che riesce ad avere voce in capitolo nel panorama del fantasy, notoriamente appannaggio degli scrittori e degli autori di lingua inglese. A maggior ragione se poi questo autore italiano riesce a scrivere un’opera che, pur utilizzando molti dei canoni e degli stilemi tipici del fantasy, in parte si allontana da esso. La memoria degli alberi di Bernardo Notargiacomo è proprio così: all’inizio sembra di trovarsi di fronte a qualcosa di sconosciuto, strano, estraneo; poi la narrazione comincia a prendere piede e diventa una piccola, grande storia che non si dimentica facilmente. Ecco, forse il maggior pregio de La memoria degli alberi è proprio questo: non si limitata a trasportare il lettore in un mondo “fantastico”, ma lo induce e riflettere (e seriamente) sul mondo reale, quello in cui vive.
Trama in sintesi:
Joan Bianco è un povero orfano. Sulla sua carnagione pallidissima spiccano i profondi e vivaci occhi azzurri. È sopravvissuto a una violenta pestilenza. Ma non così i suoi genitori. Adesso è costretto da una donna anziana a chiedere l’elemosina. Finché il destino non si ricorda di lui, e viene adottato da una famiglia benestante. La vita di Joan sta per cambiare. Ma ancora non sa quanto.
Il ragazzo è silenzioso. Diffida di tutti e tutti, e non riesce a legare con la sua famiglia adottiva. Poi Joan compie dieci anni. E scopre di avere un favoloso potere: riesce a parlare con le piante. È questo l’inizio della vera seconda vita di Joan. In un vero mondo parallelo, di cui il ragazzo imparerà ad apprezzare la bellezza e la semplicità, il fascino e il mistero. E apprenderà il significato di parole come spiritualità, conoscenza, sensibilità.
Titolo: La Memoria degli Alberi
Autore: Bernardo Notargiacomo
Editore: Piemme
Anno: 2013
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